
Edoardo Occhionero, otto poesie da “Alberi potati e ricresciuti”
I nomi si hanno per le cose che restano
non mi sono più chiesto quanto sole renda una giornata
il tavolo con le carte da gioco, l’orologio sul muro.
© foto di Francesca Perlini
I nomi si hanno per le cose che restano
non mi sono più chiesto quanto sole renda una giornata
il tavolo con le carte da gioco, l’orologio sul muro.
c’è un tacito patto tra noi
di notte risaliamo la corrente
nuotando sul fondo del letto
torniamo al mondo in cui tutto
ebbe inizio
In poesia la lingua è al suo stato nascente, in quel movimento di metamorfosi che ha in sé molteplici possibilità di significato. La sua forma è simile a una custodia: è capace di proteggere un frammento di esperienza e insieme di mantenere un’apertura alla vita.
I piccoli piedi nell’acqua.
Sosta nel sole e non passa, il nome nell’aria più volte, lo sguardo a fissarci. Sosta e non passa, ridendo, la luce sul viso, il nome nell’aria.
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