
Daniele Giustolisi
Piano scomparirà
nella luce bassa di Ponente,
nell’onda che passa
come una mano
che mentre ama cancella.
Piano scomparirà
nella luce bassa di Ponente,
nell’onda che passa
come una mano
che mentre ama cancella.
Il passo stesso traccia un arco, una soglia, racchiude in sé, come sosteneva Pina Bausch, tutta la danza. A muovere Franco è una profonda ebbrezza provocata dall’immersione nella materia del reale, un’esperienza che rinsalda così pienamente nell’esistenza da trapassarla. […] È come se abbia mosso i primi passi in un’altra terra che è questa nostra terra, nella sua essenza illuminata.
Cvânt ch’a n’so piò in do ch’a so a camen̄.
Quando non so più dove sono cammino.
è entrata in te
una giornata di festa
dove ognuno è il benvenuto,
e tu sei il salone
e tutti gli invitati.
E poi il bicchiere cade
in un’altra sfera.
Che sogno strano,
un risveglio lento.
E sulla mano
una mosca,
una vita fastidiosa.
Fìdati, come mi fido io
che oscillo
c’è ancora terra
su cui ancorare un busto vivo,
ancora mani in cerca di una direzione.
Finire il passato.
Tenere la lingua ferma finché sopra
ci cresca l’erba.
Come un lago intorno a un lago.
Il confine, il significato.
per il vento
tremano le dita.
crolla
il ritmo del respiro negli oggetti.
Marco el ndeva torno. I ghe gheva senpre dito «Chi che no ga testa ga ganbe», ma no jera vero el contrario: łu el jera fato pa métare on pie drìo queł’altro e via de caza, drìo on àrzare, el se gheva catà co ’l can. No i se gheva mai perdesto, łori.
alleggerire gli alberi di un braccio
o di una gamba
masticare di nuovo le ombre
fino a sparire.