Tra i nostri contorni di umani
Voce e movimento di Ilaria Solari. Testi di Franca Mancinelli.
Un ritorno alle origini arcaiche della poesia, quando la parola era gesto, corpo che cerca nel ritmo la propria voce, per ristabilire un accordo con la realtà, attraverso una ricongiunzione con la natura. Voce e movimenti si fanno rito per entrare nella parte più buia e sconosciuta di noi stessi, volgere dolore e pulsioni distruttive in luce e forza. I versi di Franca Mancinelli che Ilaria Solari fa vivere fuori dalla pagina, sono materia con un elevato potenziale di generazione, “pasta madre” che si dona, che aspetta le mani dell’altro per compiersi, per lievitare un senso. Metamorfosi e passaggi di stato tra uomo, animale ed elementi della natura avvengono cercando una forma di esistenza che ci appartenga pienamente, una direzione di salvezza «tra i nostri contorni di umani». Una lingua nuda, essenziale, che Ilaria Solari accoglie nei suoi movimenti, come restituendo il corpo e i gesti da cui la voce è nata. Siamo così ricondotti in uno spazio arcaico dove amore, maternità, abbandono, lutto, si rimescolano e plasmano nella materia delle parole.
Un ritorno alle origini arcaiche della poesia, quando la parola era gesto, corpo che cerca nel ritmo la propria voce, per ristabilire un accordo con la realtà, attraverso una ricongiunzione con la natura. Voce e movimenti si fanno rito per entrare nella parte più buia e sconosciuta di noi stessi, volgere dolore e pulsioni distruttive in luce e forza. I versi di Franca Mancinelli che Ilaria Solari fa vivere fuori dalla pagina, sono materia con un elevato potenziale di generazione, “pasta
madre” che si dona, che aspetta le mani dell’altro per compiersi, per lievitare un senso. Metamorfosi e passaggi di stato tra uomo, animale ed elementi della natura avvengono cercando una forma di esistenza che ci appartenga pienamente, una direzione di salvezza «tra i nostri contorni di umani». Una lingua nuda, essenziale, che Ilaria Solari accoglie nei suoi movimenti, come restituendo il corpo e i gesti da cui la voce è nata. Siamo così ricondotti in uno spazio arcaico dove amore, maternità, abbandono, lutto, si rimescolano e plasmano nella materia delle parole.