Materiali critici

copertina testo Angelo Andreotti

Angelo Andreotti, “Franca Mancinelli, da Mala kruna a Libretto di transito, passando per Pasta madre”

Questo lettura di Angelo Andreotti è nata a margine di un incontro alla Biblioteca Ariostea di Ferrara nell’ottobre 2019 all’interno della rassegna “Canoni inversi” da lui curata. Il testo originariamente pubblicato sul suo sito, non è più consultabile, e per questo lo ripropongo qui. I numeri di pagina si riferiscono al libro A un’ora di

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copertina rec Darwin Trucillo

“Darwin” di Luigi Trucillo

Forse l’invito alla base di questo originale viaggio attraverso la vicenda biografica e conoscitiva di Charles Darwin è quello di oltrepassare i confini dell’individualità e andare verso l’aperto, la coralità, l’indistinta appartenenza alla specie e ancora più indietro nell’origine, verso il movimento continuo della natura, dove ogni cosa ricomincia

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copertina recensione di D. Segna

Domenico Segna, “Tutti gli occhi che ho aperto”

uno fra i libri di poesia più originali dell’attuale panorama letterario italiano, certamente la sua raccolta più stilisticamente matura. Una straordinaria capacità di dare volto alle parole che, a tratti, sembrano affiorare dal legno d’una corteccia, in altri sono lievemente dipinte con i colori dell’acquarello, in altri ancora si presentano scolpite nella forma di una potente prosa poetica scandita con la precisione di un metronomo che non dà tregua né a chi scrive, né al lettore

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copertina Intervista Libretto

«Verso una zona più limpida dello sguardo»

Ciò che sta avvenendo è una sorta di ritorno a un’unità primigenia, a una stazione dell’essere dove la parola è il movimento e il respiro della materia. Una frase sta iniziando proprio alla fine di questo Libretto. È forse quella impronunciabile, che contiene e assorbe tutta l’esistenza di un uomo. Quella che affiora tra labbra chiuse, prima di partire per il grande viaggio.

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copertina recensione Jessi Simonini

Jessy Simonini, per “Tutti gli occhi che ho aperto” di Franca Mancinelli

La vita boschiva e animale […] si apre a uno sguardo etico; lo si può osservare soprattutto nelle prose che fanno riferimento al transito dei migranti sul confine orientale, o nei testi poetici che raccontano le tragedie dei profughi nel Mediterraneo, su una barca “richiusa in bara”. […] Gli “occhi che ho aperto” sono dunque gli occhi dell’altro, degli altri: perché la propria soggettività viene quasi a dissolversi e la poesia altro non può fare che rivolgersi all’altro per poterlo raccontare.

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