Laboratori

Laboratori di ascolto e di esperienza della parola poetica

Di passi e guadi

con Poecity · Azioni urbane di poesia (Prato) maggio-settembre 2019.

Come accogliere la parola poetica, come rielaborarla, come entrare in dialogo. Da maggio a settembre Franca Mancinelli ha guidato un piccolo gruppo di poeti e appassionati di poesia attraverso la città e i suoi margini, in un esercizio di attenzione e ascolto. 

Un reading e un racconto per restituire le tracce di una mappa interiore e corale (15 settembre, 17.30, Giardino Assessorato alla Cultura   Via Santa Caterina, 17 – Prato)

INFO

Poesia lingua madre

con Franca Mancinelli e Giuseppe Conoci, libreria AnimaMundi (Otranto).

poesia lingua madre
Foto di Franca Mancinelli, 2019

L’esperienza della poesia, nella lettura come nella scrittura, è un’occasione per ricongiungerci con la forza creatrice e trasformativa dell’attenzione. Questo laboratorio è un cammino verso le zone più disabitate, marginali ed estranee di noi stessi, per iniziare a riconoscerle e accoglierle, nell’ascolto e nella cura, guidandole verso la parola.

INFO

La poesia a scuola

Introduzione al workshop

Poesia e adolescenza

Dentro la poesia (Urbino, 6 settembre 2013).

cucchiaio nel sonno
Cucchiaio nel sonno, studenti del progetto SCIRE
Una società che non è capace di leggere o di ascoltare i poeti abdica al proprio potenziale evolutivo. L’accusa che spesso si muove alla poesia – che è difficile, oscura e via di seguito – sta a indicare non già lo stato della poesia ma il piolo della scala evolutiva su cui la società è rimasta bloccata» (Iosif Brodskij). Così, ogni tentativo di lavoro serio sulla poesia, può essere un bene fatto a tutti noi: alla nostra lingua e dunque alla nostra possibilità di raggiungere l’altro, di immaginare il suo orizzonte, il suo passo, e potere quindi andargli incontro. Fino agli anni Sessanta, un liceale poteva avere come mito uno scrittore come Cesare Pavese, oggi quel posto nelle pareti della sua stanza e nelle pagine del suo diario è stato preso nei migliori casi da un cantautore, negli altri è rimasto vuoto. È quasi un dato acquisito che, all’orecchio di un adolescente, non è mai risuonato, anche solo di sfuggita, il nome di un poeta contemporaneo. Ogni insegnante di scuola si trova di fronte a questo paradosso: da una parte la vita quotidiana, attraversata dalla musica e dal cinema, dall’altra questa forma d’espressione sconosciuta e avvertita come appartenente ad un’epoca passata, all’Ottocento di Leopardi, o al massimo al primo Novecento di Ungaretti. E infatti i ragazzi, quando scrivono versi, riecheggiano spesso la maniera del primo Ungaretti oppure si ritrovano ad imitare un’evanescente e poco credibile aurea ottocentesca. Sta all’insegnante cercare di essere un ponte tra questi due continenti che negli anni si sono sempre più allontanati, la vita quotidiana e la letteratura, cercando di diminuire giorno per giorno quella frattura che la televisione e i principali canali di comunicazione, giorno per giorno ribadiscono passando sotto silenzio e cancellando i volti e le parole di quella che una volta era la linfa di un paese, la sua cultura.
Una società che non è capace di leggere o di ascoltare i poeti abdica al proprio potenziale evolutivo. L’accusa che spesso si muove alla poesia – che è difficile, oscura e via di seguito – sta a indicare non già lo stato della poesia ma il piolo della scala evolutiva su cui la società è rimasta bloccata» (Iosif Brodskij). Così, ogni tentativo di lavoro serio sulla poesia, può essere un bene fatto a tutti noi: alla nostra lingua e dunque alla nostra possibilità di raggiungere l’altro, di immaginare il suo orizzonte, il suo passo, e potere quindi andargli incontro. Fino agli anni Sessanta, un liceale poteva avere come mito uno scrittore come Cesare Pavese, oggi quel posto nelle pareti della sua stanza e nelle pagine del suo diario è stato preso nei migliori casi da un cantautore, negli altri è rimasto vuoto. È quasi un dato acquisito che, all’orecchio di un adolescente, non è mai risuonato, anche solo di sfuggita, il nome di un

poeta contemporaneo. Ogni insegnante di scuola si trova di fronte a questo paradosso: da una parte la vita quotidiana, attraversata dalla musica e dal cinema, dall’altra questa forma d’espressione sconosciuta e avvertita come appartenente ad un’epoca passata, all’Ottocento di Leopardi, o al massimo al primo Novecento di Ungaretti. E infatti i ragazzi, quando scrivono versi, riecheggiano spesso la maniera del primo Ungaretti oppure si ritrovano ad imitare un’evanescente e poco credibile aurea ottocentesca. Sta all’insegnante cercare di essere un ponte tra questi due continenti che negli anni si sono sempre più allontanati, la vita quotidiana e la letteratura, cercando di diminuire giorno per giorno quella frattura che la televisione e i principali canali di comunicazione, giorno per giorno ribadiscono passando sotto silenzio e cancellando i volti e le parole di quella che una volta era la linfa di un paese, la sua cultura.

MATERIALI:

Laboratorio teatrale

Luoghi: testimonianze vive

Laboratorio teatrale condotto da Silvio Castiglioni, cura dei testi Franca Mancinelli (Istituti Culturali – Dipartimento Cultura e Turismo della Repubblica di San Marino, 2019).

NotizieDaTebe-locandina

Notizie dalla città di Tebe

Esito del percorso teatrale di educazione alla cittadinanza (Teatro Titano, San Marino 11 luglio 2019)
Scavando attraverso gli strati della città, siamo arrivati alle sue fondamenta, nel luogo della preghiera, dell’invocazione e, poco oltre, nel luogo del conflitto. Sorge così Antigone, la lotta tra due ordini e forme di giustizia: quella originaria, costitutiva dell’umanità stessa, e quella che l’uomo esercita per conquistare e mantenere il potere. Abbiamo ascoltato le voci di queste due forze, le abbiamo vissute all’interno di un coro, come uno stormo, una mente plurale, attraversata da un ritmo che si fa danza e guerra, grido e canto. Ci siamo così fatti ricettori di notizie, testimoni dello spazio che abitiamo.
DIALOGO CON SILVIO CASTIGLIONI: pangea.news