Janis Freegard, “Pietra”
Let go the boulders, do not bend your back.
Look to the skyline, raise your arms and smile.
Watch all your stones roll down and disappear.
Let go the boulders, do not bend your back.
Look to the skyline, raise your arms and smile.
Watch all your stones roll down and disappear.
Per quanto bianca
la forma della vita
cambia posto alle cose.
a occhi aperti e piedi nudi
si dirige fino all’uscio
e senza vederla
riceve la notte in pieno volto,
un urto violento,
il pugno sordo dell’universo
scorriamo per le strade
uno ad uno,
eppure
non abbiamo mai imparato
l’arte della pioggia.
Long Way Back to the End (Rain Mountain Press, 2014) è un libro di poesie in prosa di Paul B. Roth, poeta americano che vive a nord dello stato di New York. Alcuni testi tradotti dall’inglese da me e John Taylor, sono apparsi sulla rivista “Testo a fronte -teoria e pratica della traduzione”, n. 62
lo sapevano ancor prima che succedesse. l’addio
è un soprammobile avvolto dalla carta di giornale in uno scatolone.
un fotoritratto in un luna park di Chernobyl.
“È già tempo di neve, amico mio,
e le stagioni prossime a finire.”
Siamo reti sospese sull’abisso.
Figlio mio,
dormo sul fondo del fiume
e ti sento
mentre passi sul ponte
è anche per te che dormo nel linguaggio
e quando parli mi risvegli
il mondo sarà bello
e non ci sarà altro che amore
a te donato in eredità
si piega, il naso sulle ginocchia, si stringe, si stringe le costole se non lo tiene, se non lo tiene stretto al suo interno
esce il rantolo di bestia
Si rigenera anche il Dio della Foresta se continui,
la ninfa dopo l’uccello di fuoco.
Cosa non ha detto dopo quello che ho detto?
Ascolti e rispondi per sempre.