traduzione dall’inglese di Franca Mancinelli
da Miglior acque. 33 poeti neozelandesi e italiani rispondono al Purgatorio di Dante, a cura di Marco Sonzogni e Matteo Bianchi, Samuele Editore 2022
I Mensole incise e gargoyle scolpiti negli angoli, i superbi di Dante che espiano, schiene piegate dalle pietre. E uno che sembrava rassegnato al suo tormento sembrava anche, dal suo pianto, disperare dicendo “Sono finito” con la sua volontà ancora lì. II È la superbia forse o l’arroganza, l’egocentrismo il peccato più grande dell’orgoglio, l’alterigia che li piega. Ma l’orgoglio? Perché orgoglio? Perché dovrebbe essere un peccato? Non c’è niente di male nella soddisfazione meritata. III Chi invidierebbe il bambino che vince le loro gare? Coraggiosi marciatori con le loro bandiere conquistate a fatica? E cosa ti rende orgoglioso? La famiglia? Il giardino? La terrazza che hai costruito? La lingua che hai imparato? L’orgoglio può essere il tuo premio, non il tuo fardello. IV E quanto alle antiche immagini nella pietra dammi sempre una Sheela na Gig, divina strega nel concio d’angolo del castello mani che tengono aperta l’altra porta del paradiso portale di questo mondo, la via da cui siamo entrati. V C’è una roccia che amo chiamata Marsden Rock, insaponata di urie e gabbiani. Pensavo fosse una costante della mia vita finché il centro del suo arco non cadde. Eppure, la maggior parte rimane, i piedi le nelle onde. VI Ho un uomo amorevole che è la mia roccia e sì, sono orgogliosa di diciotto anni felici. Troverai le tue rocce ogni volta che ne avrai bisogno. Una roccia dovrebbe sollevarti, mai opprimerti. Una roccia dovrebbe essere il tuo conforto e tu il loro. VII Lascia andare i macigni, non piegare la schiena. Guarda l’orizzonte, alza le braccia e sorridi. Guarda tutte le tue pietre rotolare giù e scomparire.
Janis Freegard Rock
I Corbels etched and gargoyles carved in corners, Dante’s purging prideful, backs bent by stones. And one that looked resigned to his distress seemed also, by his weeping, to despair, saying ‘I’m finished’ with his will still there. II It’s haughtiness perhaps or arrogance, self-centredness the greater sin than pride, superciliousness that bends them down. But pride? Why pride? Why should that be a sin? There’s nothing wrong with satisfaction earned. III Who’d begrudge the child who wins their races? Courageous marchers with their hard-won flags? And what makes you proud? Family? Garden? The deck you built? The language that you learned? Pride may be your bonus not your burden. IV And as for ancient images in stone, give me a Sheela na gig any day, divine hag in the castle’s corner quoin, hands holding open heaven’s other gate, portal to this world, the way we entered. V There is a rock I love called Marsden Rock, lathered in guillemots and kittiwakes. I thought it was a constant in my life until the centre of its arch came down. Still, most of it remains, feet in the waves. VI I have a loving man who is my rock and yes, I’m proud of eighteen happy years. You’ll find your rocks whenever you have need. A rock should lift you, never weigh you down. A rock should be your comfort and you theirs. VII Let go the boulders, do not bend your back. Look to the skyline, raise your arms and smile. Watch all your stones roll down and disappear. Foto di Francesco Ventura