
Aurélia Lassaque, Sei poesie
All’ora del solstizio
 Il popolo vestito di legno
 Attira tra i suoi rami
 Uccelli senza volto.
© foto di Francesca Perlini

All’ora del solstizio
 Il popolo vestito di legno
 Attira tra i suoi rami
 Uccelli senza volto.

Piano scomparirà
 nella luce bassa di Ponente,
 nell’onda che passa
 come una mano
 che mentre ama cancella.

La scrittura per me è una pasta madre, una materia umile, quasi anonima, che ha in sé un infinito potenziale di generazione, e allo stesso tempo è fragilissima. Se non viene accolta da qualcuno resta incompiuta, informe; se non viene nutrita muore. Come questo lievito naturale la scrittura può essere madre di tante cose, portandole alla luce, ma è solo nel rapporto con l’altro, nel suo spazio di ascolto, che lievita un senso.

Dove andavamo di notte
 quattro venti cento moltitudini
 soli come cani abbandonati
E ora dove andiamo.