Marco Bisanti, sette inediti da “Nella camera. Esercizi dell’attesa”
poi le acque si rompono
come nel racconto
più antico
di una liberazione
e si diviene terra promessa.
© foto di Francesca Perlini
poi le acque si rompono
come nel racconto
più antico
di una liberazione
e si diviene terra promessa.
In questa terra assolata
l’erba è più forte delle sue creature.
Fui seppellito senza cieli, un temporale di cenere e luce
entrò nel mio sonno. Risorsi.
A volte ripenso al serraglio, alle bestiole slegate.
Da piccolo ero avido di cose grandi,
Era tutto un riprendere fiato, segnare la fine con le mani
le notonette.
Credo che la poesia sia una voce che ci attraversa. Per questo scrivo sempre cominciando con il carattere minuscolo. Io non sto iniziando niente. Ho soltanto colto qualcosa che balbetto in questa lingua monca, che si sbriciola e spezza nel silenzio.