Riccardo Frolloni, sei poesie da “Corpo striato”
davvero qualcosa era accaduto, prima
la macchia, il cielo, i pioppi intorno, gli stessi –
c’era mia sorella ad aspettarmi e con un respiro
raccolsi tutta l’aria di casa, ed era ancora casa.
© foto di Francesca Perlini
davvero qualcosa era accaduto, prima
la macchia, il cielo, i pioppi intorno, gli stessi –
c’era mia sorella ad aspettarmi e con un respiro
raccolsi tutta l’aria di casa, ed era ancora casa.
Il filo che seguiamo quando tentiamo di dare vita a un’opera, o di realizzare un progetto; che ci offre una direzione quando ci avventuriamo nei segreti dell’interiorità.
E poi il filo impalpabile ma così reale che unisce le persone, secreto dalla comunanza di origine o storia o destino.
siamo calati a picco da un naufragio pre-cambriano. È come camminare su un fondale prosciugato dove un fiato fatuo muove l’aria e le voci inseguono gli uccelli che frullano le ali rasenti la roccia.
Hanno pupille nere perfette, chissà se hanno altalene. Giochiamo a specchio con loro senza abbassare i finestrini, li conquistiamo con l’imitazione dell’elefante e del pesce. Poi lentamente l’autobus, lambito dal sole, ci sorpassa e si perde nel traffico, controluce.