Domenico Segna, nove poesie da “Le onde radio”
In questa terra assolata
l’erba è più forte delle sue creature.
Fui seppellito senza cieli, un temporale di cenere e luce
entrò nel mio sonno. Risorsi.
© foto di Francesca Perlini
In questa terra assolata
l’erba è più forte delle sue creature.
Fui seppellito senza cieli, un temporale di cenere e luce
entrò nel mio sonno. Risorsi.
A volte ripenso al serraglio, alle bestiole slegate.
Da piccolo ero avido di cose grandi,
Era tutto un riprendere fiato, segnare la fine con le mani
le notonette.
Credo che la poesia sia una voce che ci attraversa. Per questo scrivo sempre cominciando con il carattere minuscolo. Io non sto iniziando niente. Ho soltanto colto qualcosa che balbetto in questa lingua monca, che si sbriciola e spezza nel silenzio.
e io strappai dall’acqua opaca
il mio cervello zuppo
e lo tenni lì, sospeso –
lo vedi, ora? –
come tenne Perseo
la testa di Medusa,
ma senza orgoglio
e senza idee.