d'inverno si sposta la traiettoria
si serrano i confini
crescono le cose
per sottrazione
la pioggia dopo imposta
nuova luce sulla finestra
gocce rapprese dosi d'acqua
dentro lo spazio
della vita che si versa
affonda la casa
dove le sillabe perdono peso
via Zanella 4, Firenze
c'è un tacito patto tra noi
di notte risaliamo la corrente
nuotando sul fondo del letto
torniamo al mondo in cui tutto
ebbe inizio
quando le cose erano prima
del nome
siamo di nuovo nella stanza all'alba
per scendere nel giorno
battezzati
reperti
scrivo di quando
non eravamo che pesci
nell'acqua limpida
dentro al lavatoio del regno
sgusciavamo via
con i corpi idrodinamici
dalle squame lucenti
nella vasca di pietra
respirare non era che un riflesso
il movimento perfetto
delle branchie sotto la superficie
dell'acqua era
esistere davvero
sovvertimento
la sorte di ognuno non è
la spinta della voce
ma prendere dimora nell’assenza
coltivare ciò che tace
di colpo allagare di chiaro il buio
nutrire l’inizio nel cielo
da cui si sollevano le parole
quando l’esodo ci spinge
un giorno dopo l’altro
verso la foce
mentre siamo cuciti a punti larghi
di presenza e bordi lenti
si apre una porta di quiete
il silenzio diventa preciso
spalanca una promessa
dentro la stanza
la mattina presto anche nel corpo
si fa alba
Foto di Paola Ballerini