Giovanni Lovisetto, “Scavi urbani”
cercavo la voce che dice
io,
io soltanto
oltre l’eco dei padri e delle madri
l’eco di tutti i figli
nella stanza vuota.
© foto di Francesca Perlini
cercavo la voce che dice
io,
io soltanto
oltre l’eco dei padri e delle madri
l’eco di tutti i figli
nella stanza vuota.
La vita boschiva e animale […] si apre a uno sguardo etico; lo si può osservare soprattutto nelle prose che fanno riferimento al transito dei migranti sul confine orientale, o nei testi poetici che raccontano le tragedie dei profughi nel Mediterraneo, su una barca “richiusa in bara”. […] Gli “occhi che ho aperto” sono dunque gli occhi dell’altro, degli altri: perché la propria soggettività viene quasi a dissolversi e la poesia altro non può fare che rivolgersi all’altro per poterlo raccontare.
Come dialogare
in uno, mangiarsi
in gabbia
dire cose parlando
dalle stesse labbra.
Siamo la buona presenza onnisciente
dispersa e ritrovata in ogni luogo,
la compresenza sottesa del nulla
che in noi si rischiara