copertina Psicogiardini Montanari

Queste poesie di Michele Montanari sono tratte da un libro illustrato da Andrea Serio, presentato in occasione della sua mostra Psicogiardini, Galleria Ceravento, Pescara (22 ottobre – 23 dicembre 2022)

Sempreverde

Un bambino di mezzo secolo, arbusto cobalto, più non cresce né muore (l’ombra pure lo 
[preserva)
ha sepolto nel giardino dirimpetto padre madre e un gatto.
Ha già frinito ogni cicala, il cantare l’amore, che solo in sé rimane e rima,
canto solitario - amplificato attrito – cicaleggio-click che riverbera
sui muri attoniti d’estate.
Ma l’autunno sempreverde gli rinasce, se li è portati via quei tumuli di terra raso ai muri, 
sotto il peso di pietrificate piogge.
Solo fiorisce qualche rado fiore
d’incantato sbiadito rimorso.
Piante resistenti

Questo giardino è un ossario di sogni.
Disseppellire, ricordare l’infanzia, di cui resta un non so che d’imperdonabile.
Siamo in arrivo a Pisa Centrale e non mi spiego perché ripenso ora – 
[il sole già dietro il viaggio – al tuo mezzo sorriso e agli occhi stanchi del geranio,
al respiro rovente della felce in faccia al muro, tutte queste piante che pure ti hanno saputo 
[amare, Carlo.
Ti sentivano arrivare pesante come un’abitudine,
col berretto da baseball troppo stretto, la canna dell’acqua in mano, le gambe nude, e 
[bianche 
come un poco morte.
Ti sorridevano le piante,
sapevano che - loro sì - sarebbero arrivate vive
fino a me.
Metti radici

Sotto un manto erboso, mi vedo
come in un tempo chiuso,
tra radici fumose gravide di larve e di vermi,
guardare di traverso al buio minerale
intrecciando i diversi vegetali con le ossa
che hanno scritto (se non qui, dove) il memoriale 
di questo pezzo di Romagna,
chiuso a ogni sguardo se non dal cielo.
Attendere qui steso proteso
in un letargo nero, 
mettere radici, riuscire o non riuscire ancora
a farmi terra, a farmi vero.




Immagine di copertina: disegno di Andrea Serio

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