
Linda Del Sarto, “Due corpi che a parlare fanno luce”: sei inediti
Come dialogare
in uno, mangiarsi
in gabbia
dire cose parlando
dalle stesse labbra.
Come dialogare
in uno, mangiarsi
in gabbia
dire cose parlando
dalle stesse labbra.
Siamo la buona presenza onnisciente
dispersa e ritrovata in ogni luogo,
la compresenza sottesa del nulla
che in noi si rischiara
«l’Utilità è rischiosa,
almeno quanto la bellezza.
mai quanto un amore disperso».
«Siete voi la volta
lunare,
i visi pallidi di stella».
ciò che da pietra si forma
è corpo di sabbia. Polveri che siamo o che saremo.
ho una costola incrinata che mi buca
la pancia. la uso come nascita.
Continuerò a girare intorno alla mia infanzia come quei gatti che stanno davanti alle case anche dopo che il padrone ha fatto le valigie e è andato via.
Saremo oltre lo schermo
senza connessione
con gli occhi aperti al buio
nel luogo dove eravamo
prima di venire al mondo
Solo camminando si può pensare che forse non solo per sé cantano
gli uccelli ma anche per noi che, ora, stiamo sulla terra.
Tu forse potevi provare a seguirlo
arrivare alla polla nella terra.
Sapevi assecondare gli sbalzi
del fiume, tenere a bada
la natura cedevole dell’acqua.
poi le acque si rompono
come nel racconto
più antico
di una liberazione
e si diviene terra promessa.
In questa terra assolata
l’erba è più forte delle sue creature.
Fui seppellito senza cieli, un temporale di cenere e luce
entrò nel mio sonno. Risorsi.