
Leonardo De Santis, “Il robot giardiniere”
Si rigenera anche il Dio della Foresta se continui,
la ninfa dopo l’uccello di fuoco.
Cosa non ha detto dopo quello che ho detto?
Ascolti e rispondi per sempre.
Si rigenera anche il Dio della Foresta se continui,
la ninfa dopo l’uccello di fuoco.
Cosa non ha detto dopo quello che ho detto?
Ascolti e rispondi per sempre.
Ecco la morte: passare dalla vita
all’esistenza.
La quota dell’io diminuisce. Si apre
alla demenza. Alla semenza.
Una democrazia di caramelle
e palloncini per tutti i bambini.
Lotta armata con pistole ad acqua.
Lavoro a tempo pieno e indeterminato
col contratto di gioco illimitato.
di tutte le creature è l’uomo
a sollevare il velo agli occhi.
venite a vedere di cosa siamo fatti.
cercavo la voce che dice
io,
io soltanto
oltre l’eco dei padri e delle madri
l’eco di tutti i figli
nella stanza vuota.
Come dialogare
in uno, mangiarsi
in gabbia
dire cose parlando
dalle stesse labbra.
Siamo la buona presenza onnisciente
dispersa e ritrovata in ogni luogo,
la compresenza sottesa del nulla
che in noi si rischiara
«l’Utilità è rischiosa,
almeno quanto la bellezza.
mai quanto un amore disperso».
«Siete voi la volta
lunare,
i visi pallidi di stella».
ciò che da pietra si forma
è corpo di sabbia. Polveri che siamo o che saremo.
ho una costola incrinata che mi buca
la pancia. la uso come nascita.
Continuerò a girare intorno alla mia infanzia come quei gatti che stanno davanti alle case anche dopo che il padrone ha fatto le valigie e è andato via.