copertina poesie Marina Macharis

Sei poesie inedite di Marina Macharis dalla sua silloge d’esordio, Piuma di luna

La terapia dei ricordi

L’oblio volontario rende tutto più
semplice, l’infanzia è una selezione
necessaria, il rimosso resti di là.

Vorrei essere un gatto a spirale
senza domande, né passato
su un cuscino,
il profumo del trascendente.

Che importa scoprire l’io e il chi sarò
compiendo all’indietro il nervoso viaggio,
se la nausea impedisce il confronto
mi cercherò nelle canzoni di oggi.



Pedina al centro di un tracciato
di grafite, affossata
sulla casella dell’insicurezza,
i dadi del giorno mi suggeriscono
– al diavolo – 
lo specchio mi segue e ghigna
          – va bene così – 
A piè pari faccio un balzo lungo
non importa dove
ricado felice,
planando sulle cose.



Uno specchio non serve 
il serpente sa che sta mutando pelle
sente le squame scomporsi
cambiare disegno
vede cadere morti
pezzi di sé, sereno.

Io sono qua un serpente da fiera
troppo occupata a guardare
le spire colorate contorcersi
in questo precipitare di cellule.



Danza sulla sabbia 
ragazza del deserto,
volteggia come Zefiro leggero, 
inafferrabile come la frazione
tra il piede e l'aria.

L'impronta di un'assenza
la cifra del tuo peso,
l'irriverenza di chi danza 
per rinascere da zero.



Cuciture

Si vive di cuciture in questi giorni,
di abbracci caldi,
di progetti,
di sogni ritrovati,
con la diffidenza però di chi maneggia
per la prima volta un filo,
e ha paura di rovinare la trama,
con il passo di chi ha dimenticato 
la danza del paese. 
Tutto appare così ridicolo e goffo,
come se si recitasse per ritornare alla
vita stessa. 
È uno squarcio ricucito
con spago invisibile,
non riesce a camuffare la linea sottile tra
le due metà
di tempo.



Come un condannato,
una folla d’incoscienza
al patibolo del tempo
sceglierà per te,
dolce figura che dondoli
sul trapezio della mente.

I ricordi restano 
i ricordi fuggono,
a te quale onore?




Foto di zona/disforme Carlotta Cicci e Stefano Massari

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