Una cattedrale alta e pietrosa la sentivano così i bambini e gli animali – gli uomini che l’avevano costruita la notavano solo con le campane. Non è dimenticanza delle cose sentite né noi trascurate le mettiamo a parte, ma quelle scompaiono e ci perseguitano perché non sono più. Se in questo momento impazzissi immaginerei che sono una bestia perché le bestie non astraggono niente vedono tutti i miracoli E se penso al paradiso Sul braccio in cellofan di una sdraio c’è mia nonna: mette i miei giochi in fila. Come ti chiami, pisulìn, pistulìn, cum te chièmi? ‘na gran schiaffa, cascavano freddi sul pavimento, ma a tre anni io ridevo. Anche lei rideva ma di cuore e di mente tribolata sorrideva furba con una bocca da rana. Fu quel riso strano che trovai dentro di me anni dopo. io la penso ancora viva primo perché al decesso non c’ero poi perché l’ultima volta lei lo era alla tomba ho pianto per stanchezza non per altro, ho pensato che la mente è un maiale che si ingozza anche di realtà perché non può più vederla come un cuscino di fili d’erba insieme sembra una parvenza verde e sono solo fibre che sorridono quindi la morte cosa le poteva fare come spegnere una stanza senza luce Oxford L’acqua nella vasca finisce in un gorgo d’acciaio, se vede che la guardi smette di andarsene e canta. Gli oggetti, la loro certezza è il loro inganno. Se un uomo annega in mare uno di loro inizia a respirare. Jericho È gennaio e se guardi e piove il grigio nel verde brucia come neon. Un merlo disegna il panorama, si posa la condensa sui cavi. Un corpo giovane e affamato invecchia in un battito e si rivolta di freddo. Se questo avesse senso avremmo tutti perso. Il topo La mente ricuce e ripara I tagli ch’essa si fa Ma i sogni dei sarti migliori Ricamano la verità. C’era in un sogno un bambino Una sera in un buio salotto Aspettava qualcuno per cena Ma non ne sapeva l’aspetto. ‘Io penso’ lui disse ‘sia un topo… o qualcosa di molto vicino.’ Preparava una piccola tavola, Puliva un bicchiere piccino. ‘Io penso’ diceva ‘non beva. Non bevono i topi con me.’ ‘Io penso’ diceva ‘non parli. Farò le parole da me.’ Felice quel solo bambino Preparava nel solo salotto Un film da guardare vicini Se il topo l’avesse permesso. Ma è chiaro ciò al mondo dei grandi, Che i topi non stan nel divano, Non bevono, parlano, o abbracciano Un piccolo essere umano. Il bimbo è rimasto da solo A parlare con un qualche cosa, Ha mangiato e scherzato col nulla E adesso nel letto riposa. Si sveglia al mattino di nuovo, Vent’anni più grande nel letto, Il sogno nel vero ritrova, Il topo una voce nel petto. Foto di Samuele Bellini