copertina Freda Laughton

Sette poesie scelte da Una casa transitoria / A Transitory House, unico libro pubblicato in vita da Freda Laughton (Bristol 1907 – Nord Irlanda 1995). Con testo originale a fronte, è edito da Arcipelago Itaca, nella traduzione di Viviana Fiorentino, con note introduttive di Renata Morresi e Lucy Collins, postfazione di Emma Penney.

Ora sono una torre di tenebra 

Da bambina sapevo
come, oltre il circuito della lampada, 
risiedesse l’Ombra dell’ombra
di questa tenebra, 

aspettavo con un bacio artico
sotto la tromba della scala,
pronta ad adornare il letto di visioni 
che nessuna palpebra può far svanire. 

Ora sono una torre di tenebra,
le sue finestre, aperte verso il dentro, 
osservano le maree dei pensieri.
E in questa campana vibrante, 

incavata dal silenzio degli occhi, 
la mente oscilla il suo batacchio. 
E la vita si risolve in relazioni
di cadenza e dissonanza. 


Now I am a Tower of Darkness 

As a child I knew
How, beyond the lamp’s circuit, 
Lay the Shadow of the shadow 
Of this darkness, 

Waiting with an arctic kiss
In the well of the staircase,
Ready to drape the bed with visions 
No eyelids can vanquish. 

Now I am a tower of darkness, 
Whose windows, opening inward, 
Stare down upon tidal thoughts. 
And in this responsive bell, 

Hollowed by the silence of the eyes, 
The mind swings its clapper.
And life resolves into relationships 
Of cadence and dissonance. 




Rinascita 

Un tempo su te
si appoggiava tutto ciò che c’era 
in me. Specchiai me
in te, ma ancora il tuo vetro nero 

imperscrutabile negava
te da me,
mi mostrava ciò
che solamente decorava la maschera. 

Nella tua foresta fitta
vagando cercai
invano un boschetto tranquillo 
dove potersi incontrare. 

Ma in quella foresta ero 
condannata a camminare da sola 
ignota, senza conoscere te,
a te sconosciuta. 

E lì persi entrambi e tuttavia sicura 
ho vissuto, come nel grembo,
e venni alla luce solamente alla fine, 
dalla tua sepoltura oscura. 


Rebirth 

Once unto you
Leaned all there was
In me. I mirrored me
In you, but ever your black glass 

Inscrutably withheld 
Yourself from me,
Displayed me that
Which only decked the mask. 

In your dense forest 
Wandering I sought 
Vainly a tranquil grove 
Where we could meet. 

But in that forest doomed
I was, to walk alone 
Unrecognized, not knowing you, 
By you unknown. 

And there both lost and yet secure 
I lived, as in the womb,
And only came to birth, at last, 
From your dark tomb. 




Il Benvenuto 

Non è la quadriga del sole ad attendere, 
ma un taxi antiquato,
ha ragni girevoli per ruote, che spaventano 
i piccioni sulle pavane tonde tra i ciottoli. 

Sorpassiamo le smorfie verdi e gialle
delle pubblicità audaci
sulle pareti del Tempio di Arrivo e Partenza, 
(omaggio dovuto alle divinità che sbuffano, 

ostinate, cocciute dai seni di ferro),
guidiamo e guardiamo
la geometria delle case di Dublino
cerchio e quadrato loro stesse; marcia ordinata; 

sorpassiamo le cascate degli orli in pizzo, 
eleganti sulle finestre alte;
il sole obliquo sopra le gole
delle strade; e passiamo il fiume, 

come l’anguilla scivolosa del Tempo, 
che ci elude; otto miglia che galoppano 
dietro la groppa del cavallo dove
la bocca di Dublino inghiotte il mare. 

E lì accanto al porto
e il castello,
e le rocce gialle e i mugnaiacci,
le beccacce di mare variopinte, patelle, reti per aragoste, 

c’è una casa con dentro una bambina,
due gatti come ebano
(o liquirizia); e un gattino con un viso
come una pansé nera, un ciuffo di zampe frondose; 

e un cane più lucido di una castagna nuova, 
– una casa con un letto
come un imperatore in essa, –
è tardi. Paghiamo il tassista ed entriamo! 

Qui risaliremo le scale a chiocciola delle nostre risate.
No, non saremo più grandi
della bambina e degli animali. 


The Welcome 

Awaits no solar quadriga,
But a musty cab,
Whose wheels’ revolving spiders scare
Pigeons from plump pavanes among the cobbles. 

Past the green and yellow grins
Of bold advertisements
On the walls of the Temple of Arrival and Departure, 
(Due homage to the puffing goddesses, 

Stout, butting with iron bosoms),
We drive, and watch
The geometry of the Dublin houses
Circle and square themselves; march orderly; 

Past the waterfalls of lace dripping 
Elegantly in tall windows;
Under a sun oblique above the streets’ 
Ravines; and past the river, 

Like the slippery eel of Time,
Eluding us; eight miles clopping 
Behind the horse’s rump to where 
The mouth of Dublin gulps at the sea. 

And there beside the harbour
And the castle,
And the yellow rocks and the black-backed gulls, 
The piebald oyster-catchers, limpets, lobster-pots, 

There is a house with a child in it,
Two cats like ebony
(Or liquorice); and a kitten with a face
like a black pansy, a bunch of fronded paws; 

and a dog brighter than a new chestnut, 
– a house with a bed
like an emperor’s in it, –
it is late. Let us pay the cabman and go in. 

Here we shall run up the spiral staircase 
Of our laughter.
We shall be no older
Than the child and the animals. 




Il risveglio 

Profondo in un santuario sottomarino, 
tu giaci accanto a me,
delicatamente spingo da parte
il fiore del tuo sonno: 
    ora si muove, 
    e inizia
lo schiudersi dei sepali. 

Lentamente tu scavi lungo ripidi 
strati successivi,
vento tra fogliati
labirinti, risali dagli abissi 
   insondati, 
   sollevi
coperchi pesanti di tutte le scatole del sogno. 

Sepali oscuri gradualmente 
si screziano di luce, 
diventano il primo sole e 
la tua amata che ti avvolge. 
            Adesso svegliati 
            incontra il volto dell’estate; 
vedi l’amore stesso che guarda te. 


The Awakening 

Deep in some sub-marine shrine, 
You lie beside me,
Gently I press apart
The flower of your sleep: 
       Now stir, 
       And start
The sequence of unfolding sepals. 

Slowly you mine through steep 
Successive strata,
Wind among foliate 
Labyrinths, drift from deeps 
         Unfathomed, 
          Lift
The weighted lids of all dream’s boxes. 

Dark sepals gradually 
Fringe out with light, 
Become the early sun and 
Your beloved folding you. 
          Now wake 
          Meet summer’s face; 
See love itself beholding you. 




La donna con la bambina 

Come stretta dentro un guscio tranquillo, 
come se fossi anch’io dentro a un utero, 
anch’io avvolta mentre avvolgo la bambina 

come il bocciolo teso avviluppa la foglia pieghettata, 
il fiore arrotolato come un ventaglio avvolto,
così la vita mi avvolge mentre avvolgo il mio fiore. 

Come l’acqua riposa in una bella ciotola,
riposo nella mia vita e la vita di nuovo
riposa avvolta stretta dentro la mia cellula vivente. 

La mela cresce alla base del fiore,
e come la luna io cresco fino al cerchio 
pieno del mio essere, fin quando anch’io 

sarò matura del vivente e il mio frutto cresciuto.
E allora romperemo il guscio della vita. Saremo nate, 
la mia bambina e io, insieme, al sole. 


The Woman with Child 

How I am held within a tranquil shell, 
As if I too were close within a womb, 
I too enfolded as I fold the child 

As the tight bud enwraps the pleated leaf, 
The blossom furled like an enfolded fan, 
So life enfolds me as I fold my flower. 

As water lies within a lovely bowl,
I lie within my life, and life again 
Lies folded fast within my living cell. 

The apple waxes at the blossom’s root, 
And like the moon I mellow to the round 
Full circle of my being, till I too 

Am ripe with living and my fruit is grown. 
Then break the shell of life. We shall be born, 
My child and I, together, to the sun. 




La casa bombardata 

Questa casa ha vie non corridoi. 
Alcune pareti sono scogliere, e alcune, 
ballando ubriache,
commisero suicidio. 

Una notte gli abitanti
di questa rovina coribantica,
un tempo residenza desiderabile 
colma di mobili incomprensibili, 

emersero senza preavviso alla morte, 
trovarono il passaggio alla loro camera da letto 
un’inaspettata via che conduce 
nell’inimmaginabile. 


The Bombed House 

This house has lanes not corridors. 
Some walls are cliffs, and some, 
Whilst drunkenly dancing, 
Committed suicide. 

One night the inhabitants
Of this corybantic ruin,
One-time desirable residence 
Replete with indigestible furniture, 

Aroused without warning into death, 
Found their bedroom passage
An unsuspected lane leading
Into the unimaginable. 




In un bosco a maggio fuori della mia finestra 

Dal bocciolo crisalide
la farfalla foglia emerge
per ballare con ali che crescono, 
musicali sui rami. 
Sui veli verdi del primo mattino 
uccelli puntinisti perforano forme 
con le loro cascate di note, 
vibrano questa musica vegetale. 


In a Wood outside my Window in May 

From the chrysalid bud
The leaf’s butterfly emerges 
To dance with growing wings, 
musical upon branches. 

On green veils of earliest morning 
Pointillist birds, pricking patterns 
With waterfall notes,
feather this vegetable music. 



Foto di Francesco Ventura 

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