copertina "Un giorno di festa"

Alcuni testi dal libro d’esordio di Matteo Tasca, Un giorno di festa, Industria e Letteratura 2024

Paesaggio XIV

Qualche volta sul paese 
passa un elicottero e tutti ascoltano
il suo canto: è un lamento generale
che scende sui palazzi e cresce,
arriva a un picco, poi scema
lentamente, come se avesse ogni volta
un’ultima cosa da dire.

Ma se esci in balcone ti accorgi
che la giornata è di quelle da lasciare
senza fiato, l’elicottero è sparito nel sole
che divora l’orizzonte,
e il silenzio l’azzurro e la luce
compongono una gioia che è più grande,
sta lì in alto e non è di nessuno,
ma oggi tra le cose che tocca ci sei anche tu,
come un bambino che per caso
capita in mezzo all’allegria dei grandi
e gli scappa da ridere senza un perché.




Paesaggio XV

Oltre la siepe giocano
i bambini di Casal Bertone,
gridano felici; intanto un passero
si siede qui vicino
e ti canta una canzone:
è entrata in te
una giornata di festa
dove ognuno è il benvenuto,
e tu sei il salone
e tutti gli invitati.

Vorrei fotografare tutto questo:
il parallelismo tra la linea 
della siepe e lo steccato,
i sostegni laterali del gazebo,
il muro della chiesa
alto che non si vede la fine – 
e la pienezza di poco prima
è già fuori, liberata
da te che non avevi diritto,
e mentre si allontana
la senti per un attimo più acuta,
era di altri e la rendo con piacere,
come un cane che ha voluto fare lo scemo
ma alla fine riporta con gioia 
la palla al padrone.

Adesso sei un uomo in un giardino,
stai pensando se ascoltare
un po’ di musica, la giornata
è bella, la colazione
che ti aspetta.




Le sei del pomeriggio

Luce, luce come oro a valanghe
oltre la sopraelevata, pentecoste
di fuoco che scotta la vista,
tu gloria delle sei del pomeriggio
dentro il giorno cattivo sei l’esca,
la cosa buona nella trappola,
salve regina sfacelo aprile.

Il tuo splendore mi fa pensare
ai disastri autostradali, alle macchine
che investono i pedoni;
ma in te ogni cosa è calma:
una perturbazione momentanea,
e poi ancora bene, va tutto bene.
Qui non succede mai veramente qualcosa.
È già troppo questa meraviglia.

Davvero è solo questo: le sei del pomeriggio,
una luce appena primaverile, due occhi
per essere contento, una sopraelevata.
Ho il cuore pieno d’amore e non è per nessuno.




Essere legati

Le coppie in silenzio al ristorante,
una certa inclinazione della luce
che fa brillare gli occhi di una donna
sul lungarno, quelli che comprano
lo stesso pigiama e si fanno le foto
col cane, mio padre che non dorme
nel letto con mia madre: queste cose
non sono diverse, hanno in loro
lo stesso mistero di oscenità e calore.

(Eppure è così che noi facciamo
quando un giorno, chissà come,
ci troviamo di fronte una cortina di luce
oltre la quale non c’è niente, e questo
felicemente, come un sorriso di cortesia,
che non significa nulla ma chiede
un sorriso in risposta, e ci dice che la vita
è lì o in nessun luogo, e minaccia
di durare per sempre)




Diventare grandi

Immaginare una ragazza bionda che ti abbraccia da dietro,
farsi grande nei suoi pensieri più segreti
una cornice d’oro con dentro noi due, i denti nell’aria,
sulla spalla di qualcuno il braccio, qualcun altro
aveva giurato che non c’era niente di meglio
ed è proprio così, con la faccia mossa per la gioia di un lavoro ben fatto
una roba che puoi posare sulla mensola e continuerà per anni
a essere gioia, non era la fine l’inizio soltanto un inizio 
mentre sotto i vestiti delle donne si gonfiano i bambini, 
corrono a perdifiato per venire a toglierci tutto quello che abbiamo
adesso che hai costruito qualcosa e hai davvero qualcosa
ti puoi distrarre ora che stai così bene con la giacca
buona e sopra la giacca il sorriso, chi l’avrebbe detto ti sei sistemato
finalmente sei diventato tuo padre, le giornate intere davanti al televisore
essere altrove, sognare.




Foto di Adrian Paci

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