copertina "La volpe dentro"

Alcuni testi dal quarto libro di poesia di Eva Taylor, La volpe dentro, prefazione di Marco Monari, MC edizioni 2023 

Carne in umido

Stendetevi nel letto ogni notte 
carni speziate da pensieri, parole 
sogni e incubi
state attente alle angosce, al silenzio 
si infilano sempre
aggiungete come liquidi sorrisi e gioia 
allungate allungate allungate.

La cottura è lenta, 
la più lenta di tutte
due vite passate accanto
o in pentola di coccio
o in pentola a pressione 
dove si sta non si capisce 
finché la fiamma è accesa
tenetela bassa non bruciatevi.




B
Beluga bianco

Oggi, nessuno si ricorda la data precisa, 
mi rimane la luce nella sala.
Attraversava tutto come neve di luce 
tuttora la sento brillare.

Non ero ancora miope,
ma già vedevo diversamente.
Ogni cosa sembrava fondersi nella luce neve 
le voci degli altri, i fiori nel giardino fuori,
il bisnonno con gli orecchi piccoli 
immobile nella bara
con i suoi baffi bianchi, 
immenso.

Parlavo con lui, un racconto inventato.
Qualcuno mi ha preso per mano
e il bisnonno, bianco beluga, rideva.





Cavalluccio marino

Forse viene dal fiume Pison.
Lì dove l’oro è fine 
e si posa sulla pelle.
Forse risale a quando 
un Dio mescolava
ancora a piacere l’aspetto. 
Faccia con naso all’insù 
faccia bambina, ma rugosa. 
Gioca all’amore.
Bocca da uccellino appena nato 
con occhi grandi
già tristi
già in stato interessante.




F
Farfalla

C’è quel filo trasparente 
che ti lega con un infinito 
colorato, respirato
infilato come ago sottile nel petto 
una lingua volata.

Ti tiene sospesa
ti porta dove sai tu.
E sembri libera e legata.




Formiche

Walter andava sempre lungo il fiume verso casa 
in autunno salutava i pochi che incontrava
la gattara, quel nonno con il cane, la coppia in tuta.

In inverno portava una cuffia di lana 
era la quinta dello stesso tipo
Walter voleva fermare il tempo.

In primavera si metteva gli occhiali
la vista annebbiata di lacrime per il freddo. 
Walter negava le spine della bellezza.

Solo in estate si sedeva sulla riva
la sera con il libro quasi addormentato 
vedeva dalle lettere uscire le formiche 
portare via il senso.




Giraffa

Deve essere nata
con uno spiccato senso di non-appartenenza.

Così si spiega quel collo lungo 
sempre oltre al sé
come non si bastasse mai.

E quando corre
tira dietro il corpo come una valigia 
pesante, indispensabile.




M
Mosca

Volo verso un vetro
dentro il mondo rovesciato 
respiro – rigiro
riprendo il volo.
E poi il bicchiere cade 
in un’altra sfera.

Che sogno strano, 
un risveglio lento.
E sulla mano 
una mosca,
una vita fastidiosa.




Foto di Eva Taylor 

Condividi: