copertina poesie Emmanuel Di Tommaso

Emmanuel Di Tommaso, “La distrazione”

Testi tratti dal libro Mentre si è rapiti dall’Uragano, in uscita a gennaio 2020 nella collana poesiaedizioni di Bertoni Editore.

Qualcosa come un mare di sabbia
in cui gli sguardi delle cose
scrutano le ferite aperte.
Qualcuno come un uomo senza nome
che vaga disabitato fra la polvere.
 
Oltre il finestrino dell’auto
l’uomo ascolta il blues del deserto:
lo scuro s’avventa sui colori
e un fruscio d’ali di uccelli
notturni si confonde
con il suo affanno di bestia braccata.
 
Paris, Texas.
Isole alla deriva,
senza peso né sostanza,
invisibili all’ascolto,
hanno dimenticato
il significato del loro grido.
È autunno e nella stanza
Giorgia è in un sogno
dentro un sogno o è la febbre.
È inerte il corpo ma non la mente
che annebbiata dai bollori
si pensa stretta nel doppio
abbraccio di Leonardo e del
tramonto innevato di Montemurro.
Accanto una figura felina
Sente il suo male e le dà
cura, le sta vicina.
Tutto è immobile, tutto è scagliato altrove. Sono prove di rinascita le temute impronte 
degli scomparsi. Una folla di capovolti attraversa la bianca linea di demarcazione tra
cielo-vita e terra-morte.
 
Il silenzio delle incisioni
confessa la scomparsa di un ordine.
 
La caverna è impassibile di fronte ai lampi che precedono la bufera imminente.
 
Ritornando in superficie un pensiero si fa spazio nel vuoto
delle nostre menti azzerate dall’esserci guardati da un altro tempo:
solo gli inseguiti conoscono il multiforme peso del buio.
 
Sei creatura umana o animale?
Assenza o presenza?
È tracotanza o espressione irata
Che ti attraversa il volto?
Ci sei o sei dispersa?
(o forse hai sogni disumani?).
 
Le vampate non nascondono
l’inconsistenza di chi ti segue.
Ti fai forte: da zone
Morte sorgono simili inesistenze
a istillare dubbi nella carne.
 
Il sangue precipita, e tu non smetti
di tramandare il nulla che ti possiede.
Un mondo, forse tanti.
Assenza di un corpo
nel letto d’ospedale
buttato all’aria con cuscini e lenzuola
che sfuggono verticalmente agli artigli
del tempo mentre fuori sfilano vuote
sedie immerse nel folto
di croci e scritte sulle pareti.
Immagine perfetta
di distruzione creatrice.
Cose scomparse.
Assorbimento della visione.
Nuotiamo al buio dove la corrente è fredda.
Il giorno a Nord è già finito.
Se chiudi gli occhi puoi sentire
la sazietà del corpo immerso nell’acqua.

Note dell’autore
 
Qualcosa come un mare di sabbia
Paris, Texas è il capolavoro cinematografico di Wim Wenders, 1984.
 
È autunno nella stanza
Giorgia con la febbre è un disegno del poeta Leonardo Sinisgalli, ottobre 1961.

Sei creatura umana o animale
Versi nati da Espressioni di un volto di Paul Klee.
 
Un mondo, forse tanti
Versi nati da Rinzen (“Risveglio repentino”), un’opera in tre tempi di Antonio
Tàpies collocata al MACBA di Barcellona.

Foto di Emmanuel Di Tommaso

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