1 (back-up) ti ho visto la casa lo sai ti ho visto la tana; quel segno che porta lo sfiato, ho seguito la formica nel formicaio. Ti ho visto nel posto dei padri sottovuoto: esserti nonostante un bianco bruciato saperti interno a tutto questo mondo –ci nuoce, penso, mi dici guarda: lì, c’è un agnello. 3 (protocollo dati) {ciò che da pietra si forma è corpo di sabbia. Polveri che siamo o che saremo. ho una costola incrinata che mi buca la pancia. la uso come nascita. 4 (processare: ultimo giorno) i demoni degli spazi vuoti ci tormentano, [ma noi] non cediamo, vero? avremo sempre il timore della duna – della sua trama dettata dal vento di questa terra loro che ci abita come il lattante il grembo (il guerriero la battaglia) come dire che adesso ci arrenderemo perché i demoni degli spazi vuoti ci reclamano, vero? ma noi non li vediamo. {Ci faremo curare dal sutra del verso rimarremo nella loro canzone pesteremo col palmo le erbe nuove} 5 {we come around here all the time} rubiamo il calore: ho un rombo sotto l’unghia ce l’ha infilato il mio futuro assassino (siamo lontani dalla Terra 37 giorni e due colori un suono per strumento a fiato ci dice quanto occuparci delle cose) raduniamoci intorno al fuoco; raccontiamoci storie di paura: storie sui vivi. prendiamo esempio dalle fate cattive lasciateci entrare. Abbiamo sul pavimento studiato le vostre usanze abbiamo sul pavimento il vostro volto abbiamo sul pavimento spaccato l’anfora col mosto. 6 guarda ho uno spacco ho uno specchio d’acqua manca a tutto la faccia; guardati: perdi anni ad ogni ventata. Un tempo qui c’era una diga –adesso il cemento si spacca [per un tratto lascia scoperta una linea bianca segmentata tu chiami mondo questo ritardo apparente. Sì, alcuni insetti possono attraversare i vetri così come cellule della foresta vergine. 7 Ennesima giornata di cenere tra le vette i picchi delle dune grigie. Brandelli ancora caldi odori bruciati (spazi che prima erano alberi) luoghi verticali inoccupati ormai se non dai cumuli: la materia se la bruci diventa questo essere leggera. si sparpaglia. spostando il picco: lì in mezzo c’è ancora rosso rovente un pezzo di cuore che non si è spento, un magma scintillante, un bruciare sempre. negli anni si vedrà ricrescere verde sul nero. 8 (PLUTO; an experiment with time) il giardino capovolto mi si risolve addosso. prendiamo i verdi da questi prati oggi è un nuovo baratro: ogni sguardo cade. ogni giorno è marcio, si rigira la terra attorno si riavvolge; giriamo in tondo nel giorno; solo così ci proteggiamo dal dolore già provato: portiamo quel cordoglio. veniamo risparmiati dalla luce. 12 { fragmenta} manomissione: in pancia cos’è adesso questo vietato sottrarsi) al pensiero del lutto: spinge sulla sofferenza come passo compiuto a metà: metatarso saldo e calcagno sollevato, cede il passo, preme sulle piaghe. a fare male è facile: lasciare per tanto tempo quel silenzio aperto. 14 SCAFISMO I Sono rimasti solo i giorni del panico i ragni si calano dal soffitto in questo posto che fatica a essere chiamato; arrivano messaggi –porte aperte su queste distese. II (si dibattono le sedie, affonda il pavimento; un polpo sale a galla e afferra le caviglie di chi è seduto a tavola.) Ogni visione in questa cucina reclama la natura del naufragio. III Nonostante tutto il giorno pretende la sua facile preda: pazienta: inscena la caccia, passa sul mento la pittura preparata; stai avverando un paesaggio: c’è un divorare dall’interno lo riconosci perché svuota. IV L’animale nella tana; partorisce abortisce; nasce morto; prende la sabbia con la zampa, copre il corpo. Sparire come potersi non pensare in una forma fissa. foto di Samuele Bellini