
Diletta d’Angelo, “Anamnesi”
si piega, il naso sulle ginocchia, si stringe, si stringe le costole se non lo tiene, se non lo tiene stretto al suo interno
esce il rantolo di bestia
© foto di Francesca Perlini
si piega, il naso sulle ginocchia, si stringe, si stringe le costole se non lo tiene, se non lo tiene stretto al suo interno
esce il rantolo di bestia
Si rigenera anche il Dio della Foresta se continui,
la ninfa dopo l’uccello di fuoco.
Cosa non ha detto dopo quello che ho detto?
Ascolti e rispondi per sempre.
Ciò che sta avvenendo è una sorta di ritorno a un’unità primigenia, a una stazione dell’essere dove la parola è il movimento e il respiro della materia. Una frase sta iniziando proprio alla fine di questo Libretto. È forse quella impronunciabile, che contiene e assorbe tutta l’esistenza di un uomo. Quella che affiora tra labbra chiuse, prima di partire per il grande viaggio.
La speranza non è del futuro ma è dell’invisibile. Di quest’altra dimensione che è già qui, che è tra di noi