copertina poesie Matteo Meloni

Matteo Meloni, sette inediti da “La danza degli aironi”

Spirano basse le nebbie tra i lecci
e il giorno rischiara appena
come un fantasma la foresta.
 
È un’ora di alba e di tregua.
 
Proverò a curarti in questa
dissolvenza, a ripiegare
nei minuti le garze umide
sulla resina disciolta,
a indovinare l’auspicio dai rami
nel volo corto del beccafico.
 
 
 

Non si alzeranno gli abeti
dopo l’urto della frana.
Ogni radice scoperta
ha il suo tronco spezzato, ogni crepa
il suo ordine il suo estraneo motivo.
 
Sbrighiamoci prima che affiori
la scorza del torrente, che in lei
trapassi anche l’ultima grinza
di luce e fredda nella spuma corra
la cascata.
 
 
 

Anche il ruscello può essere sentiero
nell’intrico della boscaglia.
 
Tu forse potevi provare a seguirlo
arrivare alla polla nella terra.
Sapevi assecondare gli sbalzi
del fiume, tenere a bada
la natura cedevole dell’acqua.
 
 


Ho seguito per mesi la vita
silenziosa degli alberi,
la parabola del ramo,
la foglia in quest’aria di pace
e dissonante nei viali
la maestà delle forme più semplici.
 
 


Arrivano dall’Africa le anatre
in ritardo sulla riva del lago,
sul ciglio delle sue fioriture.
 
Stamattina passando il paese
hanno violato discrete
mentre noi dormivamo
la segretezza dei tigli.
 
 


Perdute in un sogno di luce
ti si fanno vicine quelle piante
assorte, intente a covare
un respiro un incontro fortuito
nel mondo.  
 
Lo sai sono loro ad averti
quando passi incurante tra le dune
di fiori e la montagna
rifulge,
le betulle guardano altrove.
 
 
 

Matura sulla buccia della mela
la sua cancrena, il tarlo
che dura oltre l’albero
covando in noi chissà quale terreno.
 
Dovremo – mi dicevi – imparare
a sciogliere i legami,
alternare di generazione
in generazione gli affetti, mancare
al tempo come le piante
 
imitare per gioco
la danza degli aironi.
 
 
 

Ecco l’erica immobile, il prato
che senza armi né scorza ti tiene
se cedi alle mire della pioggia
battente alla forza
del cedro elegante e gli aghi
ti coprono, le radici si addentrano.
 
In campagna su di te
inosservati crescono i gelsi.




Foto di Matteo Meloni 

Condividi: