copertina poesie Giorgia Monti

Dal laboratorio Di passi e di guadi -Cesena, Ciò che ci rende umani, Teatro Valdoca, ottobre 2021.

Degna

2.
Abbiamo visto la luce!
cantavano i fratelli

C’erano tendine alle finestre
luoghi di pane

Nulla sapevano
degli odori esposti
e miscele di colza

C’erano dita di morchia
argomenti di legna

Il verbo era mungitura
per mani capaci
di sfamare a letame

Abbiamo visto la luce!
cantavano senza frenare

La curva si fece cometa
mentre a maggio bui
si andava a rosario



3.
Alzò il dito 
credendosi di vite e di spighe
Con l’unghia incise cerchi sull’oro
sprovveduto e maldestro
architetto di arcate

                 Col giallo qui si faceva la sfoglia
                 marciando di vanga e di tiglio 
                 la sera
                 L’amore era segreto da bar
                 e schiene spianate sulla corteccia
                 Qualcuno ci rimise i bottoni
                 Qualcuna, la certezza

Riprese il disegno
che il peccato era fatto

Non seppe cambiarlo
Giudicarlo nemmeno



La bambina

1.
La casa aveva le foglie
Molte foglie aveva la casa
Le lenzuola di ortica buona
La carne solo nel piatto
	sempre meno
		sempre meno
Schiacciavi le patate nel latte
            Credevi alle gelate notturne
             I piedi bagnati dentro le scarpe
Nella tasca del nonno morto
le caramelle



2.
La bambina abbandonata
non vuole morire
            Chi ha scordato la bambina?
I piedi la portano sempre al fiume
Al fiume i sassi sono spinta migliore

La bambina abbandonata
non trattiene le piume
             Chi ha spogliato la bambina?
Le braccia nel bosco si allacciano ai fusti
Nel bosco i fusti sono il padre maggiore

Ha due voci la bambina
              Chi ha tradito?
              Chi ha tradito la bambina?

La bambina di notte 
increspa le labbra
E’ sola la bambina
non piange
non sogna
Si fissa con la notte



3.
Il riparo di sterpi 
a noi non si addice 

Noi siamo la stirpe 
del vuoto congenito 
la presa mancata 
a una gettata di luce 

                 *

Sacrificati gli opposti
per una linea inconsistente

Su niente sono d'accordo
se non sull'armonizzare il canto
con l'essere

                  *

Chiedevano le nuvole al cielo:
dove si va se non si torna?

La terra era pronta a cadere
dimentica che ogni seme
ha un suo tempo di crescita
e uno di raccolta

Qualche volta non nasce niente

Non si rivolta la zolla
per fargliene una colpa




Foto di Giorgia Monti

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