Dal laboratorio di poesia che ho curato questo marzo per l’associazione “Donne in Alba”, alcuni inediti di Barbara Boatto.
Il giardino fiorisce Sapere chi sono devo saperlo dire, aprire la strada: è arata dietro dalle cose finora selvaggia davanti. Non basta lasciare che accada. Io disbosco. Dissodo. Irrigo. Segretamente semino. Sotto la pioggia Orgogliosa incedo sotto il mio spazio di libertà non un rifugio di fortuna ma un riparo che mi segue, basta che io tenga, saldo, il manico. La mia anima è sempre in viaggio, gode di aria tersa, cerca stanze piene di gente strade da percorrere giornate da realizzare. Talvolta, senza chiederlo, si ritrova confusa come sotto metri di terra, come intrappolata nel mulinello di polvere e immondizie formato dal vento prima di una tempesta. E nell’occhio di quel minuscolo ciclone l’assoluta mancanza d’amore. No, non mi sono persa ancora per me ci sono campi di pannocchie verdi alte quanto un bambino e campi di grano giallo maturo; la soia bassa, nei luoghi dell’infanzia che attraverso per andare al mare, un altro luglio per sentirmi felice. Aprile Vieni qui su questa sedia vuota ho un buco nel petto non voglio stare sola. Da me non saprai del lutto voglimi bene, guarda crescere fili d’erba. Se me se ingrespa i oci no xe parchè son vecia ma parchè son drio pensar al futuro a tuta a fadiga fata par esser mi, ades. * Me nona co i so ninoi rossi sora a carta del formaio lateria “bisogna svellarsi” a diseva. Chi sa se me fia, che a me someia, a se disvea co’ stesso so nervoso o mi co i me versi. Se mi si aggrottano le sopracciglia/non è perché sono vecchia/ma perché sto pensando/ al futuro/a tutta la fatica fatta/per essere me, adesso. * Mia nonna con i suoi ninnoli rossi/sopra la carta del formaggio latteria/ “bisogna svellarsi” diceva./Chissà se mia figlia, che mi somiglia,/si svela con lo stesso suo nervosismo/o io con i miei versi. Foto di Luca Segatto